Il puzzle dell'identità sessuale (e un omino di marzapane)

La notizia è che d'ora in poi anche in Italia, si può impostare sul proprio profilo Facebook la propria identità di genere scegliendo fra più opzioni, non solo più semplicemente "uomo" o "donna".

Ciascuno di noi è una moltitudine. Ciascuno di noi si distingue per età, genere, origine etnica, orientamento sessuale, fede religiosa e tanti altri aspetti, alcuni provvisori, altri più stabili.
E nessuno di questi ci può riassumere completamente perchè la nostra identità è multicomponenziale.

Non fa eccezione l'identità sessuale che descrive il proprio essere sessuati ed è il risultato di una complessa interazione di aspetti biologici, psicologici, sociali e culturali.
Dal punto di vista psicologico le componenti dell'identità sessuale sono 4: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale.

Visto che nel senso comune e nelle teorie semplicistiche sono termini e concetti che spesso vengono confusi, proviamo a chiarirli un po', anche con l'aiuto di un omino di marzapane del "genere" (gender-bread), trovato in rete, che mi sembra graficamente azzeccato.

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Sesso biologico
Il sesso biologico è l'appartenenza biologica al sesso maschile o femminile, stabilita dai cromosomi sessuali, dagli ormoni e dagli organi genitali interni ed esterni.
È una delle prime categorie concettuali che bambini e bambine imparano ad applicare a sè stessi e agli altri.
Alla nascita è la prima connotazione che viene usata per identificare il neonato, la crocetta nella casella "maschio" o "femmina" da porre in ogni tipo di registro, dall'anagrafe in poi.
È una dimensione data per scontata, ma in realtà complessa in quanto essere biologicamente maschio o femmina non si basa su un sistema on/off, ma ognuno ha un proprio personale bilanciamento tra componenti maschili e femminili, anche a un livello non manifesto (per esempio si può essere esteriormente maschio, ma avere una prevalenza di ormoni femminili).
Inoltre, circa il 2% della popolazione può essere definito "intersessuale" (fenomeno noto in natura come ermafroditismo), nato cioè con aspetti biologici di entrambi i sessi in diverse gradazioni.

Identità di genere
Se il sesso biologico si riferisce al corpo di una persona, l'identità di genere si riferisce al significato psicologico del dato biologico, riguarda cioè la percezione e identificazione primaria e profonda di sè come maschio o femmina.
Fattori biologici e ambientali interagiscono nello sviluppare nei primi 3 anni di vita quello che possiamo definire il "sesso psicologico". Il genere è dunque un processo, non un dato statico.
La maggior parte delle persone si sente uomo o donna in conformità col proprio sesso biologico, mentre per altri, come le persone transessuali, questo non accade.

Ruolo di genere
Il ruolo di genere è l'insieme delle aspettative su come gli uomini e le donne si debbano comportare in una
data cultura o periodo storico. La prospettiva maschio/femmina si articola in precise regole, più o meno tacite, secondo cui i maschi si devono comportare in un modo e le femmine in altro.

Il costrutto di genere, riguardando quindi l'assegnazione di significato alle differenze biologiche, è una costruzione socioculturale. Il genere trasforma le differenze biologiche in differenze sociali.

La società occidentale attuale riconosce due ruoli di genere, distinti, opposti e complementari. Il ruolo di genere si riferisce a ciò che è considerato prettamente maschile o femminile in diversi ambiti della vita: pensiamo all'aspetto fisico, all'abbigliamento, ai giochi d'infanzia, agli sport, agli atteggiamenti, ai comportamenti, alle relazioni sociali, agli interessi e al carattere personale, all'uso del linguaggio.
Abbiamo idea di come uomini e donne dovrebbero apparire e distinguersi, vestirsi in un certo modo e non in un altro, ci sono giochi da "maschietti" e da "femminucce", ci aspettiamo determinati atteggiamenti e interessi più da uomini e altri più da donne, ci sono linguaggi e caratteristiche considerate comunemente più maschili o femminili, ecc.  

È sulla base del sesso biologico che il bambino riceverà dalle figure di riferimento un orientamento di comportamento atteso in senso maschile o femminile. E dall'altra parte molto presto bambini e bambine apprendono le aspettative che gli altri (adulti e coetanei) hanno su di loro in quanto adatti e consoni a un sesso o all'altro.
Gli studi dimostrano per esempio come l'atipicità di genere sia più accettata, da genitori e pari, per le femmine che possono più facilmente permettersi di essere "maschiacci", ma non per i maschi che vengono invece ripresi se si comportano da "femminucce".
Ed è un effetto dell'eterosessismo che permane anche da adulti (ne ho scritto anche in un altro post).

Orientamento sessuale
Mentre l'identità di genere si riferisce al rapporto con sè stessi (chi mi sento), l'orientamento sessuale riguarda la relazione con gli altri (chi mi piace, verso chi vado), è l'attrazione affettiva e sessuale per i membri dell'altro sesso (eterosessuale), del proprio (omosessuale) o di entrambi (bisessuale).

Ognuno di noi è sessualmente orientato. Ognuno di noi ha fatto esperienza di sentirsi attratto, sentirsi in modo spontaneo di andare verso le altre persone, affettivamente e sessualmente.
Le discipline psicologiche hanno coniato l'espressione "orientamento sessuale" per indicare una predisposizione a cercare la vicinanza affettiva ed erotica degli altri, comune a tutti, al di là delle definizioni.
L'orientamento sessuale è appunto come una bussola che orienta, che indica la direzione sentimentale ed erotica.
È importante sottolineare che 1) si tratta di un'attrazione affettiva e non riguarda solo l'aspetto sessuale e che 2) in quanto predisposizione si sente, ma non si sceglie. Secondo alcuni infatti gay e lesbiche scelgono di esserlo (e possono cambiare se solo lo volessero), ma non è così.
Nemmeno per le persone eterosessuali.
Gay e lesbiche possono invece scegliere se reprimere o meno l'attrazione che provano e possono scegliere se rivelarlo o no agli altri.

Kinsey negli anni '50 aveva concettualizzato l'orientamento sessuale come un continuum, una linea che va dall'eterosessualità esclusiva all'omosessualità esclusiva. Ma questa rappresentazione si è presto rivelata riduttiva, soprattutto perchè non chiarisce molti aspetti coinvolti.

Secondo una prospettiva naif i comportamenti sessuali specificano l'identità. Questa linearità semplicistica non è confermata dalla ricerca che evidenzia in realtà come i continuum delle dimensioni dell'orientamento sessuale sono molteplici e comprendono:
  • il comportamento sessuale (con chi ho rapporti sessuali) 
  • l'attrazione erotica (chi desidero) 
  • le fantasie sessuali (su chi fantastico)
  • l'attrazione affettiva (di chi m'innamoro)
  • l'identificazione (come mi definisco, in quale comunità/gruppo mi riconosco).
Le combinazioni di tutte queste dimensioni sono variabili, possono non andare tutte nella stessa direzione e possono cambiare nel corso del tempo.

Un eterosessuale è dunque una persona che si sente attratta, fa sesso, s'innamora, ha fantasie sessuali esclusivamente verso persone dell'altro sesso? E una persona che si sente attratta in prevalenza verso il suo stesso sesso si autodefinirà omosessuale?
Secondo la ricerca le risposte sono affermative, ma il quadro è più ricco e complesso e ci sono sempre le eccezioni.
Certe persone ad esempio affermano di sentirsi attratte da soggetti dello stesso sesso ma non traducono questi desideri e fantasie in comportamenti.
Oppure ci si può definire eterosessuali e nello stesso tempo fantasticare, fare sogni erotici o avere esperienze sessuali/sentimentali con partner del proprio sesso.

L'orientamento sessuale non può dunque essere concepito come monolitico e basato su fisse dicotomie date per natura, ma più come una mappa individuale, un'impronta digitale del tutto personale.

Classificare le persone in base al sesso dei loro partner sessuali è un fenomeno culturale, in particolare occidentale, mentre gli studi antropologici dimostrano che in molte altre culture diverse dalla nostra la dicotomia omosessuale/eterosessuale è per esempio sconosciuta.
E una natura che varia da paese a paese ha più il sapore di cultura.

Comprendere che l'identità e l'orientamento sessuale sono sfaccettati ci permette di decostruire posizioni rigide e precostituite, stare nella complessità della soggettività e lasciare spazio alla realtà plurale e fluida delle possibili forme dell'attrazione affettiva e sessuale delle persone.

Cosa ne pensi? Spero di non averti confuso ancora più le idee! ;)
Qui sotto c'è spazio per domande, dubbi e commenti.

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4 commenti:

  1. Pier Luigi, per me è tutto chiarissimo. E' scritto molto bene e potrebbe aiutare tante persone, che fanno ancora tanta confusione tra identità di genere e orientamento sessuale a fare chiarezza.

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  2. E una natura che varia da paese a paese ha più il sapore di cultura..... E se il nocciolo della questione stesse proprio nella cultura? La cultura, le sovrastrutture, le masturbazioni celebrali.... Avessimo saputo masturbarci pensando liberamente alla persona che ci dava piacere con la fantasia senza poi "sentirsi in colpa".... Sei Finocchio! Sei Frocio! Sei Invertito! e poichè il peso della cultura diventa un macigno, ti violenti sforzandoti di essere "normale". Sposi una donna, ci fai dei figli, ma in cuor tuo sai che non sei felice. Grazie Pier Luigi.

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