"Perché anche se ho capito quello che mi fa stare male, poi non lo evito?"

Mi chiedono spesso come mai una persona può anche capire le cose che la fanno stare male, ma poi non riesce a starne lontano.

Provo a spiegarlo con un piccolo esempio che mi hanno raccontato.

gallucci psicologo torino

Quando i bambini sono piccoli, sono curiosi del mondo, lo esplorano, così tanto che a volte rischiano ad esempio di infilare le piccole dita nella presa della corrente...
Allora arriva un adulto vigile e attento e lo allontana dal pericolo.
E magari lo rimprovera, e gli spiega, a parole o con gesti, il rischio che corre, che si può fare molto male.
Una volta, e poi due e poi tre.

Cos'è che farà in modo che quel bambino nelle sue esplorazioni eviti il pericolo di fulminarsi?
Aver ascoltati i rimproveri? Aver capito le spiegazioni?
No. O meglio non solo quello (magari fosse così semplice!). 

Quello che lo può proteggere, che ci può proteggere, è il pensiero dell'Altro,
che un Altro (un adulto) si è preoccupato di proteggerlo.
Una volta, e poi due e poi tre.

Avere abbastanza valore da far muovere e attivare le risorse dell'Altro è un pensiero che fortifica e protegge.
E con il passare del tempo, quel bambino potrà pensare a sé stesso come una persona da proteggere (e che può proteggere altri).

Così in psicoterapia.
Suggerimenti, consigli, spiegazioni, interpretazioni sono in realtà spesso pretesti.
Quello che ti dà forza e valore, che ti fa sentire degno di essere protetto è il fatto che un Altro si fermi al tuo fianco e passi un po' di tempo a usare le sue risorse e competenze per provare a proteggerti.

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