La storia dei due vasi

gallucci psicologo torino

Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.

Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.

Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: "Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa".

La vecchia sorrise: "Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa
".

Il punto centrale di questa storia è che ciascuno di noi ha i suoi lati deboli e imperfezioni. Che possono diventare punti di forza e opportunità.
Ma soprattutto ci chiede: quali sono le cose importanti per te nella vita?

Se ti è piaciuto questo post e vuoi essere sempre aggiornato su argomenti che esplorano il benessere psicologico ed emotivo, puoi seguirmi sulla mia Pagina Facebook oppure scrivermi una email a pierluigi.gallucci@gmail.com

Cuore in gabbia e mente in scatola

gallucci psicologo torino

«Cos'hai qui?»
«Non so, Pietro, cos'ho?»
«Qui»
E mi tocca le ossa.
«Sono le costole»
«Le costole?»
«Sì, si chiama gabbia toracica»
«Gabbia?»
«Una gabbia, sì»
«E a cosa serve?»
«A non far scappare il cuore»
«Il cuore scappa?»
«A volte»

Pietro fa finta di capire. Gli prendo la testa tra le mani.
«Questa si chiama scatola, invece, scatola cranica»
«Una scatola?»
«Sì»
E gli stampo un bacio in fronte, mentre penso che siamo proprio gente strana noi uomini che teniamo il cuore in una gabbia e la mente in una scatola.

[Enrica Tesio, La verità, vi spiego, sull'amore]

Se ti è piaciuto questo post e vuoi essere sempre aggiornato su argomenti che esplorano il benessere psicologico ed emotivo, puoi seguirmi sulla mia Pagina Facebook oppure scrivermi una email a pierluigi.gallucci@gmail.com