Coming out, istruzioni per l'uso

"L'amore è troppo bello per essere chiuso nell'armadio"
gallucci psicologo torino


Nella giornata internazionale che lo celebra, parliamo di coming out.
Il coming out, dall’inglese «uscire (dall'armadio)», è la decisione consapevole di voler dichiarare agli altri la propria omosessualità e affermare la propria identità (da non confondere con il termine "outing" che si usa spesso nei media, che invece designa l'esposizione dell'omosessualità di qualcuno da parte di terze persone senza il consenso della persona interessata).

Questo passo comporta un lungo processo, durante il quale occorre accettare il proprio orientamento sessuale.
A causa di pregiudizi, stereotipi e dell'ignoranza con cui spesso ci si confronta nei contesti familiari e sociali, fare coming out può essere un processo difficile. Spesso, i gay e le lesbiche si sentono «diversi» e «soli» quando si rendono conto per la prima volta del loro orientamento sessuale. Molti temono di essere rifiutati o esclusi dalla famiglia, dagli amici e dai colleghi di lavoro e, pertanto, tengono nascosta la loro vera identità.

Il fatto di condividere una parte importante e personale con le persone vicine, lo rende un momento di possibile avvicinamento, di maggior legame e condivisione, ma comporta anche il rischio di possibile rifiuto e sofferenza.

Questo processo avviene gradualmente e si articola in due momenti:
- il coming out interiore, che inizia con l’intuizione, poi la consapevolezza fino all’accettazione del proprio orientamento omosessuale;
- il coming out esteriore, che consiste nel manifestare la propria omosessualità, nell’informare il proprio ambiente, la famiglia, gli amici, i compagni di scuola o i colleghi di lavoro: la persona ha superato la condizione di stress e conflitto interiore causata dal doversi sempre nascondere dietro a una maschera dal forte peso emotivo, ed è pronta per dichiararsi all’esterno.

Essere in grado di accettare le proprie preferenze affettive e sessuali e avere integrato questa parte di sé è una tappa fondamentale prima del momento della rivelazione agli altri.
Ovviamente è un processo graduale, che non avrà mai fine, perché l’individuo decide a chi rivelarsi e come, ad esempio per ogni nuovo conoscente, sul posto di lavoro, in famiglia, e quindi ogni volta è un ri-scoprirsi.
Al termine del processo di coming out molte persone omosessuali si sentono sollevate, diventano più forti e sicure di se stesse, con effetti benefici anche sulla propria personalità e autostima.

Ogni situazione è unica e personale comporta una specifica modalità di approccio perché entrano in gioco diversi fattori, soprattutto nel caso di coming out di adolescenti e giovani in famiglia.
Non vi è un unico modo per fare coming out. Ciascuno deve trovare il suo percorso in funzione della propria storia personale. Un giovane adolescente, per esempio, farà un coming out diverso da quello di una persona sposata con figli.
Per questo motivo non esistono regole assolute, non c'è la formula magica valida per tutti e in ogni situazione.
Vi propongo invece alcuni suggerimenti tratti dalla mia esperienza clinica.

Scegliere un buon momento
Evitare di fare coming out durante una discussione, in momenti di rabbia o di risentimento, per impulso o in fretta, perchè le reazioni possono essere irrazionali e il messaggio arriverà alla famiglia in un contesto ostile e negativo che non aiuta.

Darsi tempo
Occorre tempo prima che la tua famiglia si abitui e accetti questa parte di te, proprio come ne è servito a te. I tuoi familiari alterneranno periodi di rifiuto e di accettazione, prima di di poterti accogliere serenamente.

Arrivarci preparati
Sii pronto a risposte negative, domande, paure, obiezioni fino a suggerimenti di psicoterapia. È comprensibile che i tuoi genitori, di fronte alla scomparsa delle speranze e aspettative verso i figli (il matrimonio, la nascita di nipotini) abbiano reazioni di incredulità, rifiuto, shock e che si augurino che le cose semplicemente cambino, come se fosse solo una fase.

Coraggio e cautela
Per fare coming out ci vuole coraggio, ma bisogna anche considerare l'eventualità di reazioni negative, magari creando intorno a sé una rete di persone con cui c'è maggiore sintonia, confidenza, intimità emotiva (come amici o fratelli/sorelle) che possano essere un supporto emozionale in caso di difficile coming out con i genitori. Prima è preferibile sondare il terreno, affrontando argomenti generali oppure notizie di attualità che riguardano l’omosessualità. Le reazioni dei genitori possono essere estremamente diverse tra loro: ci sono genitori comprensivi, genitori increduli e genitori che reagiscono in modo ostile o evitano di affrontare il tema. Per questo è importante aver valutato le conseguenze dei propri gesti e sentirsi sufficientemente forti da non temere le reazioni negative dei propri parenti.

Essere pronti a informare e spiegare
Spiega che il tuo orientamento sessuale non è una scelta, non è “colpa” loro, non è una malattia e non si può modificare (o curare), proprio come i tuoi genitori non sono in grado di modificare il loro.

Spiegare perché si sta facendo coming out
Spiega ai tuoi genitori, familiari o amici che ne stai parlando perché gli vuoi bene e non vuoi essere falso con loro, per esprimere complicità e condivisione di ciò che si sente e si è, per avere maggiore serenità e sentirsi più vicini alla famiglia.
Il coming out infatti, ha un significato "liberatorio" per il figlio che desidera essere riconosciuto dal genitore per quello che veramente è, ma è anche l’opportunità per costruire un rapporto basato sull’accettazione della realtà e sull'ascolto profondo.

Cosa ne pensate? Avete avuto esperienze di coming out personalmente o indirettamente?

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