Esprimere le emozioni nel lutto

gallucci psicologo torino

La parola lutto generalmente si associa alla morte di una persona cara.

Ma altre perdite (come la fine di una storia d'amore, la perdita del lavoro, un trauma o la perdita di una qualsiasi forma di relazione con qualcuno o qualcosa) possono causare emozioni simili a quelle che si provano per la morte di qualcuno.
Puoi sentirti "in lutto" anche se non è morto nessuno.


L'assenza è destabilizzante: quando una persona con cui avevamo un legame non c'è più, soffriamo per la sua mancanza, ci manca il contatto, ci manca la relazione.
Ci manca tutto quello che significava per noi.
Di solito più hai amato una persona, più la sua mancanza ti ferisce; più è stato stretto il rapporto, più è difficile il momento del distacco (come disse C.S Lewis "Il dolore di adesso è parte della felicità di allora").

Dobbiamo affrontare un periodo di cambiamenti significativi, a partire dal momento del funerale, e il ricordo della vita trascorsa insieme può aumentare il senso di vuoto.
Quando qualcuno ci lascia, siamo costretti ad affrontare il fatto che siamo limitati, imperfetti, mortali.
E in una cultura che tende a occultare la morte, ciò può renderci ancora più vulnerabili.

Il modo in cui si affronta il lutto è diverso per ogni persona, assolutamente individuale. Malgrado delle fasi comuni del processo non c'è un codice condiviso su come fare o regole da seguire che dicano cosa sia giusto o "normale".

Il lutto può causare una serie di emozioni forti e complesse: tristezza, disperazione, solitudine, senso di vuoto, rabbia, senso di colpa, rimpianto.
Si possono sperimentare insieme, in conflitto tra loro, tutte in una volta, oppure passare da uno stato d'animo all'altro, come nel caos di una tempesta.

Potresti ritrovarti a reprimerle, per paura di mettere in imbarazzo te stesso o gli altri.
Potresti mostrarti forte e coraggioso, uno che lotta, dicendo agli altri che stai bene, mentre interiormente cadi a pezzi.
Potresti sentirti svuotato e confuso, o colpevole per non provare alcuna emozione, come se nulla fosse successo.
Potresti aver paura di venire sopraffatto dalle emozioni.
Potresti temere di apparire fastidioso, recare disturbo o essere giudicato dagli altri se non riesci a controllarti.

Per molti, mostrare le proprie emozioni (specie quelle negative) va contro la propria educazione o cultura.
Ma smarrimento, rabbia e senso di colpa non sono emozioni da nascondere, nè malattie da cui poter guarire.

A lungo termine è probabile che l'intensità delle emozioni che si provano si affievolirà gradualmente e non domineranno la vita tanto quanto all'inizio.
Con i propri modi e tempi ci si adatta alla realtà della perdita e le strategie protettive si attivano in modo che si possano vedere, sentire e percepire le cose in maniera più nitida.

Come affrontare queste emozioni
Riconoscere ed esprimere le emozioni è sempre un buon punto di partenza. Negare i sentimenti o reprimerli ritenendoli inaccettabili, può funzionare sul momento ma a lungo termine rende più predisposti a rischio di depressione e stress.
Spesso piangere può essere liberatorio, uno sfogo, come se si buttasse fuori qualcosa. Ma non basta perchè le lacrime possono anche esaurire o debilitare, ci si può annegare dentro.

Nel processo di elaborazione del lutto, come esprimere dunque le emozioni in modo costruttivo e non distruttivo?
  • Entra in contatto con quello che stai provando. Sii consapevole delle tue emozioni, della loro complessità, ricchezza e significato 
  • Prenditi seriamente e sii buono con te stesso. Datti il permesso di provare ciò che stai provando, senza banalizzare o razionalizzare le tue emozioni 
  • Evita di rimproverarti per come ti senti o non ti senti 
  • Prova a non preoccuparti troppo di quello che pensano o si aspettano gli altri 
  • Trova un posto sicuro, uno spazio in cui condividere, una situazione o una persona (familiare, amico, un professionista nel caso servisse) che sia forte, non giudichi, ti ascolti e ti permetta di essere te stesso e vivere il dolore a modo tuo.

Come disse una mia paziente:
"Ringrazio le persone che non hanno avuto paura delle mie (e delle loro) lacrime".

Cosa ne pensi? Come affronti ed esprimi le emozioni nel lutto o in altri momenti critici della vita?

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6 commenti:

  1. Trovo bellissimo questo post!!!

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    1. Interessantissimo.ho perso mia nonna a febbraio e ancora,pensavo fossi riuscita,non sono riuscita ad elaborare questo lutto.leggere gli stati d'animo che sto provando,mi ha aiutata...spero solo di uscirne!!

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    2. Grazie, è un "lavoro" che può anche essere lungo, è sempre soggettivo nei tempi e nei modi. Ma ne vale sempre la pena :)

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  2. Raramente, dinanzi a qualcuno che esprime un dolore, gli si consente di raccontarlo, anche quando si crede di fare il contrario. Spesso, lo si liquida con frasi preconfezionate “sii forte”, “adesso devi reagire”, “devi rifarti una vita” o (nel caso di un lutto) “la persona che non c’è più non ti vorrebbe veder piangere” e così via… Ne ho parlato di recente in un mio post perchè questo atteggiamento sembra sempre più diffuso e complica notevolmente il processo di superamento della perdita (anche in casi di separazione, abbandono). Ho trovato il suo articolo molto interessante per il taglio pragmatico che lo caratterizza. Complimenti.

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  3. Grazie, concordo pienamente sugli effetti negativi del minimizzare.

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