Lo strano caso della vibrazione fantasma

"Aspetta che mi è vibra il cellulare! Ah no, me lo sarò sognato ...".
Perché a volte sembra che il cellulare suoni o ci vibri in tasca e non è vero?
Oppure quante volte capita che sembra di sentire la suoneria del proprio telefonino, ma in realtà non squillava?


Il fenomeno delle "vibrazioni fantasma", cioè l’impressione che il cellulare in tasca stia vibrando quando invece non è vero, è una distorsione percettiva molto diffusa e in aumento.
Uno studio condotto nel 2010 negli Stati Uniti ha dimostrato che l'89% degli intervistati prova questa sensazione almeno una volta alla settimana.

D'altronde è stato già coniato il termine nomofobia, che contiene il gioco di parole aglosassone “no-mobile” più il termine greco fobia: la paura di sentirsi disconnessi, fino a eccessi preoccupanti che possono trasformarsi in vere e proprie nuove malattie tecnologiche.
Una paura di nuova generazione, quella di non avere il cellulare a portata di mano, di non poter chiamare e ricevere telefonate, di non essere liberi di scrivere, essere connessi o aggiornati costantemente dai social network.

Ci si può sentire ansiosi al pensiero di perdere il proprio portatile o quando il cellulare non è disponibile nelle vicinanze o non si trova o non può essere utilizzato a causa della mancanza di campo, perché la batteria è esaurita o non c'è credito.
O guardare lo schermo del telefono per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate: è stato definito "ringxiety", unendo la parole inglesi “squillo” e "ansia".

Tutto questo sembrerebbe dovuto al fatto che ormai smartphone e tablet ci seguono dappertutto e sono diventati ormai appendici di mani e tasche, protesi artificiali del nostro corpo da cui dipendiamo.
Vengono così interpretati come "arti fantasma" dalle aree del cervello che analizzano le percezioni tattili (come la corteccia somatosensoriale) e finiscono per interferire con le nostre sensazioni.
E insieme al fattore psicologico dell'attesa di qualche telefonata o messaggio, ci dà l'illusione che il cellulare in tasca stia vibrando.

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3 commenti:

  1. Mi piace molto seguire i tuoi post e mi piace anche, a volte, lanciare qualche sfida, senza per questo voler offendere o sminuire l'altro. Ma così, a mo' di discussione o bla bla bla come avviene nei social network. Ti chiedo, quindi, tu ne sei esente da questi attacchi vibratòri? Una volta si aspettava il trillo del campanello per il postino, per quella lettera mai arrivata e forse finita al macero. ora quella lettera (messaggino) sparisce nei meandri della rete.... :-) ;-)

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    1. Non ne sono esente, ahinoi.
      Quello che mi colpisce è che non c'è solo l'effetto psicologico dell'aspettativa (il postino che suona in attesa di una lettera, ora diventata email, sms, ecc), ma che sia aggiornato (e riproposto) da strumenti tecnologici che sono sempre più con noi.
      Siamo (sempre? troppo?) disponibili attraverso protesi tecnologiche con cui dover fare i conti.
      Siamo così iperconnessi da influenzarci a livello sensoriale, e ci sembra di sentire un suono o una vibrazione dove non c'è.

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  2. Io spesso mi chiedo se tutto ciò non faccia parte di un qualche progetto che ci voglia tutti al servizio ed al controllo di qualche potente.... Grazie per la risposta

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