Lutto: il primo impatto con la morte

"E' come se avessi inserito il pilota automatico. Mi sono chiuso in me stesso, come in una bolla, come se le mie emozioni fossero congelate". (Paolo, un paziente)

Come ho scritto in altri post, quando qualcuno ci lascia, possiamo reagire in modi diversi.

gallucci psicologo torino

Se la morte è stata improvvisa e inaspettata (come in un incidente d'auto o un problema di salute repentino come un infarto o un ictus) si possono vivere momenti di shock.
Si è increduli. Si può avere difficoltà ad elaborare la notizia, a crederci, a rendersi conto che è tutto vero.
Può esserci una totale assenza di emozioni, ci si può sentire come tramortiti.
Sentirsi paralizzati e distaccati nei giorni o settimane successive alla morte di una persona cara è fisiologico e molto comune.

Se la morte è avvenuta invece dopo lunga malattia, lo shock può essere meno forte, perchè non ha colto di sorpresa, forse addirittura ce lo si aspettava.
Il tempo delle cure mediche e infermieristiche può in qualche modo preparare a questo momento, dall'inizio della malattia, la diagnosi, il decorso, il sollievo dal dolore acuto e cronico, la cura e il controllo dei sintomi.
Può essere confortante pensare la morte come fine della sofferenza, come quando si termina un viaggio terribile.
Tuttavia, si può sempre negare l'inevitabilità della conclusione, sperando in un miglioramento imprevisto, confidando in cure miracolose, ma alla fine le speranze di dissolvono.

Se a una donna muore il marito in un incidente in montagna, potrebbe consolarsi sapendo che è morto facendo un'attività che gli piaceva e che il rischio connesso all'arrampicarsi faceva parte del gioco. Ma potrebbe anche covare rabbia ("Gliel'avevo detto di non andare"), colpevolizzare se stessa o l'altro, avere rimpianti.

Se dobbiamo affrontare un suicidio poi, le questioni irrisolte, l'unione di rabbia, senso di tradimento e impotenza possono travolgerci.

Non solo le circostanze ma anche l'età della persona influisce sulle prime reazioni.
La morte di una persona giovane può far pensare all'ingiustizia, a una vita persa, alle opportunità mancate.
Quando invece muore una persona anziana che ha trascorso una vita piena e felice, la sua morte potrà essere più sopportabile, più comprensibile e "naturale".

L'impatto della morte di qualcuno, sia a breve che a lungo termine, dipende quindi dal tipo di relazione con quella persona, dal livello d'intimità del legame, da quanto era importante per noi.
La morte del coniuge o di un figlio ha un impatto molto più forte rispetto, ad esempio, alla scomparsa di un cugino o una vecchia zia.
Ma se il cugino è stato il tuo compagno di giochi d'infanzia, o la zia è la persona che ha avuto cura di te quando il matrimonio dei tuoi genitori è finito, la sua morte può colpire profondamente, anche se il legame di parentela non era dei più stretti.

La persona che ci ha lasciato può anche non essere stata un parente o un amico, ma il collega con cui hai condiviso l'ufficio per vent'anni o persino qualcuno che ti dava fastidio, ma che faceva parte della tua vita e la sua mancanza lascia un vuoto, un'assenza.
La morte di un caro amico che ti conosceva bene può colpirti più di quella di un fratello che si è allontanato negli anni e che vedevi raramente.
E non muoiono solo le persone. Ci lasciano cani, gatti, animali domestici che condividono con noi interi pezzi di vita, sono "di famiglia".

E non è solo questione di vita passata, ma anche di futuro. Per esempio, se muore un neonato (appena nato, nato morto o abortito), il dolore della perdita può essere intensificato dall'angoscia dovuta alla consapevolezza di non poter conoscere la persona che sarebbe diventata.

Inoltre, la persona deceduta può essere stata per te molto più importante di quello che gli altri sanno. Se, per esempio, eravate amanti segreti o partner omosessuali non dichiarati, il senso di isolamento può essere aggravato dalla natura nascosta della relazione e dal fatto che potresti essere escluso dalle cerimonie ufficiali come il funerale.

Infine, quando si entra in contatto con la morte, ci si ritrova a riflettere su grandi questioni esistenziali, filosofiche o religiose, a confrontarsi su cose a cui prima si era poco o per nulla pensato, chiedendosi a cosa si crede oppure no.
Il modo in cui concepisci la morte influenzerà il modo in cui l'affronterai: se per te la morte è solo una fine improvvisa, un capolinea (come un filo tagliato o una luce che si spegne) o se la vedi come una soglia da oltrepassare per iniziare un altro tipo di vita.

Se le condizioni di vita della persona le causavano sofferenza e angoscia, potresti pensare la morte come una liberazione. Se hai fede in Dio, o credi al paradiso e all'inferno, potrai essere preoccupato per come potrà essere giudicata la persona.
E possono influire non solo le tue convinzioni e credenze, ma anche quelle della persona morta stessa (cosa credeva che sarebbe successo dopo la morte, se lottava contro la morte o sembrava accoglierla con serenità, se e quanto era preparata a questo momento).

Comunque si affronti un lutto dal punto di vista psicologico, esistenziale o spirituale, avrai bisogno di tempo per adattarti a questa nuova realtà.
Reazioni iniziali di intorpidimento, senso di vuoto, incredulità sono comuni: fanno parte del modo in cui la persona durante la fase iniziale del lutto si protegge ed elabora l'onda di emozioni contrastanti che la coinvolgono.
Quando lo shock iniziale incomincerà a svanire, ci si potrà permettere di sentirsi più (e non meno) emotivi.

Cosa ne pensi? Qual è la prima reazione di fronte ad un lutto?

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3 commenti:

  1. Io non ho ancora capito cosa sis successo..58 giorni per a dare via l.unica cosa prospettata antea....otto mesi che e successo...il tempo che passa..i ricordi tattili di quei giorni...un abbraccio non dato per non far capire a mio papa che era grave.....e straziante il suo essere speranzoso...ora a volte la voglia di sentirlo al telefono come la domanda nel vedere la sua foto .perche ti ho messo nella cornice........ho peggio ma quests persona era mio padre e ora non c.e piu

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    1. La morte di un padre è sempre dolorosa, ma può trovare il modo, il tempo e il coraggio per poterne parlare e condividere ciò che sta provando con qualcuno che sia disposto ad ascoltare.
      In modo che la ferita e la mancanza facciano meno male di ora.

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