Come trasformare l'invidia

L'erba del vicino è sempre più verde.
Così dice un proverbio popolare che testimonia quanto sia comune il sentimento dell'invidia.
Ma cos'è l'invidia? E come possiamo farne buon uso?
gallucci psicologo torino
Sofia Loren e Jayne Mansfield
Intanto l'invidia va distinta dalla gelosia.
La persona gelosa ha paura di perdere qualcosa o, molto più spesso, qualcuno (ed è infatti un sentimento più legato alle relazioni, agli affetti, all'amore).
L'invidioso invece desidera ciò che possiede un'altra persona ma che lui non ha, come un bell'aspetto fisico, un'auto nuova, un successo,  le foto della vacanza postate su Facebook ...

Essendo più legata agli oggetti e alle situazioni concrete, è più facile “rosicare” per l'ultimo modello di smartphone del vicino piuttosto che per i milioni di euro di una star del cinema o del calciatore famoso. Questo perché, mentre la vita dell'attore o del calciatore è percepita come qualcosa che va oltre la propria esperienza di vita, nel caso del vicino è molto più alla portata di mano, si tratta di cose che si potrebbero avere, ma che, per vari motivi, l'invidioso non ha (mentre gli altri sì).

L'invidia si può distinguere in due tipi, maligna e benigna.
L'invidia maligna è quella che non si limita solo a desiderare ciò che possiede un altro, ma è accompagnata dalla tendenza a svalutare e voler distruggere ciò che l'altro ha raggiunto.
Per esempio il tedesco ha un termine apposta (Schadenfreude) che significa "piacere provocato dalla sfortuna altrui".
L'invidioso non trae nessun piacere dal suo “tarlo” interiore, anzi vive una condizione di sofferenza e di inadeguatezza. Rispetto all'impatto diretto della rabbia e della paura, quello dell'invidia può essere più subdolo ma altrettanto nocivo per il benessere psicologico.
L'invidia maligna consiste nel vedere negli obiettivi non raggiunti i riflessi delle proprie mancanze, che si acuiscono nel confronto con i risultati raggiunti dalle altre persone.
Ecco perchè il sentimento di invidia si fonda spesso su uno scarso senso di autostima.

L'invidia benigna, invece, è caratterizzata dal desiderare quello che l'altra persona ha con lo scopo di volerlo raggiungere.
Quando s'invidia un'altra persona in modo sano, si prova ammirazione, desiderio di imitarlo: l'altro è qualcuno che rappresenta un modello positivo e verso il quale non ci si sente nè inferiori nè in competizione.

L'invidia deriva dunque dal confronto irrazionale fra ciò che ha raggiunto la persona e le altre persone. Non è quindi la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare l'insuccesso, ma l'incapacità di valorizzare le qualità che già si possiedono.

Ecco quindi 3 passi per trasformare questo sentimento da distruttivo in una forza positiva e motivante.

1) Riconosci l'invidia
Quanto sei incline a provare quest'emozione? Quanto frequentemente ti accorgi di provarla? Ti capita spesso di focalizzarti su cose che non hai e desiderare quelle altrui? Succede più spesso con oggetti, situazioni o persone particolari?
Puoi anche prendere un foglio, ricordare un momento in cui hai provato invidia e scrivere vantaggi e svantaggi che ha avuto, quali sono state le conseguenze sia a breve che a lungo termine.

2) Accetta i sentimenti di invidia
Una volta presa consapevolezza che l'invidia è un sentimento naturale che è comune e umano provare, potrai trasformarla in invidia benigna, mentre se la neghi e te ne vergogni questo non ti aiuterà.
Quindi la prossima volta che provi invidia per qualcosa o qualcuno, fermati e accetta questa situazione.
D'altronde la questione non è quella cosa, persona o situazione, ma il fatto che ti ricorda cosa non sei riuscito a ottenere.
Se ti può essere utile, puoi praticare la gratitudine come ho scritto in questo post.

3) Trasforma l'invidia maligna in benigna
Se sei abituato a guardare con invidia ciò che gli altri hanno in più di te, questo sentimento può spronarti e ricordarti quello che vuoi raggiungere.
Ogni volta che provi un moto d'invidia reagisci facendo un'azione, anche piccola, che ti porti più vicino al raggiungimento di quell'oggetto o persona.

Perché lui sì e io no?
Il punto sta quindi nel trasformare questo dialogo interno tossico in domande che ci motivino a fare qualcosa di concreto per migliorarci.
Cosa ha fatto lui per arrivare a quello che vorrei fare anche io? Come posso fare ora per poter raggiungere quell'obiettivo?
Perchè l'invidia non sta in ciò che fanno le altre persone, ma primariamente nel modo in cui dialoghi con te stesso.

Tu cosa ne pensi dell'invidia? Scrivilo nei commenti.

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